venerdì 28 dicembre 2012

Il cimitero del mare a Lampedusa

La nostra zona grigia

Quella del cimitero delle acque di Lampedusa è una Storia ancora tutta da scrivere. La gente non pensa che occorra sparare ai barconi, certo che no. Ma, a parte qualche sporadico eroico gesto eclatante di solidarietà (tuffarsi in mare per salvare vite umane giunte stremate in prossimità della costa) , "la gente" (non solo come popolazione locale, intendo come opinione pubblica in generale) ha tollerato e taciuto. Si sapeva, si è sempre saputo dei respingimenti, delle tante piccole imbarcazioni speronate, dei tanti SOS disperati ignorati, dei rimpalli fra Lampedusa e Malta in attesa che ci pensasse il Mare ad accogliere quei disperati lontani dalle coste e dagli occhi di tutti. I pescatori che tiravano su reti colme di sardine, tonni e resti umani ne sapevano qualcosa e certo è che, rincasando alla sera, a qualcuno lo si raccontava.

AB
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Non basta allargare il cimitero
Lampedusa parla all'Europa se non all'Occidente
Giusi Nicolini


SONO IL NUOVO SINDACO DELLE ISOLE DI LAMPEDUSA E DI LINOSA. Eletta a maggio 2012, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa, e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Proprio in questi giorni abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai sindaci della Provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?
Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115 e il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce.
Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel per la pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, e avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.
Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza.

l’Unità 27.12.12
La denuncia
Non so più dove seppellire i migranti morti in mare
di Giusi Nicolini
Sindaca di Lampedusa

2 commenti:

  1. " Nel 2005 il giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti scrisse un’inchiesta interessante e documentata sul centro di permanenza temporanea per immigrati di Lampedusa. Nonostante varie denunce sulle condizioni della struttura, l’accesso al centro era vietato ai giornalisti. Gatti riuscì a entrarci facendosi trovare su una spiaggia: disse di chiamarsi Bilal ed essere un immigrato curdo. La procura di Agrigento gli aveva poi contestato il reato di false generalità e il pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione. Gatti è stato di recente assolto." 

    Questo che segue è il testo dell’inchiesta in questione, che , a mio avviso rappresenta in modo emblematico una modalità di fare giornalismo con probità e coraggio al servizio della verità. Al servizio dei fatti, in sostanza . Un giornalismo che rischia in prima persona pur di restituire agli occhi e alle coscienze intorpidite la realtà nuda e cruda per quel che è : le condizioni disastrose e disumane in cui versavano migliaia di esseri umani all'interno di una struttura che doveva esser destinata all'accoglienza .
    Da questa importante testimonianza si può, si dovrà necessariamente partire, per comprendere cosa sono stati questi lunghi anni di leghismo al potere. Per questo si tratta di "una Storia tutta da scrivere" ( o da riscrivere, giacchè la realtà è stata spesso presentata in una veste più edulcorata ai fini propagandistici). Si tratta di portare alla luce altre gravissime violazioni dei diritti più elementari dell'uomo che sono state perpetrate in tanti altri luoghi istituzionali di destinazione e smistamento , dove uomini dai diritti negati hanno transitato e transitano ancora .

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/io-clandestino-a-lampedusa/2104770

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  2. “Lampedusa e Linosa voltano pagina. L’elezione a sindaco di Giusi Nicolini, storica esponente di Legambiente e unica donna fra i cinque candidati alla poltrona di primo cittadino delle Pelagie, è una splendida notizia per tutti coloro che credono nelle ragioni dell’ambiente, della legalità e della solidarietà”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sulla vittoria di Giusi Nicolini alle elezioni amministrative nel Comune di Lampedusa e Linosa.
    Lampedusana e ambientalista doc, per anni Giusi Nicolini ha guidato e difeso la Riserva regionale, riuscendo nella difficile impresa di far coesistere situazioni di estrema naturalità come la schiusa delle uova di tartarughe con una delle mete più ambite dai bagnanti. Si deve alla sua determinazione e alla sua bravura la battaglia contro l’abusivismo edilizio sull’isola e per la tutela della spiaggia dei Conigli, il luogo simbolo dell’isola, il più importante sito di nidificazione di tartarughe marine del nostro Paese.
    “Giusi Nicolini aveva di fronte ex amministratori, fra i quali il sindaco uscente, che da anni e anni hanno contribuito alla cattiva gestione del territorio di un’isola fra le più belle del Mediterraneo –prosegue Cogliati Dezza -. La sua vittoria rappresenta una sfida per tutta l’associazione, saremo al suo fianco per dimostrare che è possibile garantire futuro e qualità dello sviluppo investendo sull’ambiente, sulla legalità e il rispetto delle regole, sulla solidarietà a tutti coloro che cercano sulle sponde dell’isola le ragioni per una nuova vita. Con Giusi Nicolini sindaco Lampedusa può tornare ad essere un faro di civiltà nel Mediterraneo”.
    http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/giusi-nicolini-sindaco-di-lampedusa-e-linosa-ambiente-legalita-e-solidarieta-ha

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