mercoledì 27 febbraio 2013

Quelli che votano Grillo


…E in realtà  votano Casaleggio

 È ufficiale lo tsunami ci ha travolto.
Resta da stabilire se l’onda anomala sia stata causata dal solo Grillo o vi abbia contribuito anche qualcun altro. Ad esempio un certo Gianroberto Casaleggio. Basta digitarne il nome su Google e viene fuori di tutto e di più. Come tutti i santoni – anche quelli della comunicazione – suscita sentimenti e commenti diametralmente opposti: c’è chi vede in lui il disinteressato profeta dell’era del digitale universale, chi invece un losco affarista il cui intento è quello di fare lobbying e grano.
Come al solito mi astengo dal dare giudizi, schierandomi da una parte o dall’altra, e mi rifugio nel mio comodo cantuccio di “artigiana della comunicazione”.
Checché se ne pensi una cosa è sicura: Casaleggio è un genio della comunicazione. Come forse saprete è opera sua il miglior Di Pietro, e anche nel fenomeno Travaglio ci ha messo lo zampino: qualche cosa vorrà pur dire, visto il successo dei due campioni citati.
Che i guru della comunicazione da tempo si occupino di politica non è certo un mistero. Un esempio per tutti: Jacques Séguéla, il pubblicitario francese - la cui leggenda narra essere stato l’artefice di 20 campagne elettorali in giro per il mondo vincendone 19 - è così addentro ai meccanismi della politica da aver addirittura fatto incontrare Sarkozy e Carla.
Come affermava il buon vecchio McLuhan in tempi  meno sospetti di quelli attuali, “il medium è il messaggio”: il linguaggio e il mezzo che si usa contribuiscono a indirizzare il pensiero. E in politica più che altrove. Non sto dicendo che il successo di Grillo sia tutto merito di Casaleggio, come non dico che le idee di Grillo siano tutta farina del sacco di Gianroberto: la mia sensazione è che quello tra i due sia stato un “matrimonio d’amore” sia sul piano degli ideali sia sul piano della comunicazione. È chiaro che “Binloden” se l’è inventata il comico, ma la trovata dell’attraversamento dello stretto a nuoto porta la firma del comunicatore a lettere di fuoco: senza Casaleggio Grillo avrebbe probabilmente avuto successo, ma non un successo travolgente come quello al quale abbiamo assistito.
Commentando un mio articolo di qualche tempo fa intitolato “Se la politica sapesse comunicare”, nel quale sottolineavo come Grillo fosse l’unico in grado di coinvolgere le persone,  più di un lettore mi aveva fatto notare come certo, farsi capire è importante, ma se mancano struttura e contenuti, la comunicazione serve a poco. Sono d’accordo. Ma metto le mani avanti e prevengo ulteriori critiche in questo senso invitando chi mi sta leggendo a guardare la luna, non il dito. E dal mio punto di vista – non mi stancherò di ripeterlo – la luna è il contenitore, non il contenuto…
Quindi il ticket Casaleggio-Grillo per quanto mi riguarda si è rivelato vincente. Che poi sappiano anche portare avanti dei contenuti è una storia che certo mi interessa, ma che non sta a me raccontare.

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