sabato 23 agosto 2014

Le donne rapate alla Liberazione

Accadde in Francia come in Italia. Al momento della Liberazione si verificarono in diverse località scene molto simili. Protagoniste involontarie erano le giovani donne sospettate di collaborazionismo. Erano andate a letto con militari tedeschi, si diceva, erano state loro complici o avevano praticato la delazione. Venivano rasate a zero in piazza ed esposte al ludibrio e alla violenza della folla. 

Nel giugno 1969, durante un conferenza stampa, il presidente Georges Pompidou si trovò a dover reagire al suicidio di Gabrielle Russier, una giovane insegnante condannata per sottrazione di minore; aveva avuto una relazione amorosa con un suo allievo sedicenne. Tacque per alcuni lunghi istanti, poi disse di non volersi soffermare su ciò che poteva aver pensato o fatto in proposito. E poi senza altri indugi recitò i primi versi della poesia «Comprenne qui voudra»: « Moi, mon remords, ce fut la victime raisonnable au regard d’enfant perdu, celle qui ressemble aux morts qui sont morts pour être aimés». E' Eluard che parla, concluse.























La poesia era preceduta, alla pubblicazione, da un breve testo in prosa.

A quei tempi, per non punire i colpevoli, si maltrattavano delle ragazze. Si arrivava fino alla tosatura dei loro capelli.

Capisca chi vorrà capire
Io il mio rimorso fu
l'infelice rimasta
sul lastrico

la vittima ragionevole
con il vestito strappato
lo sguardo di bambina smarrita
deposta sfigurata
quella che somiglia ai morti
che sono morti per essere amati

Una ragazza fatta per un bouquet
e coperta
dallo sputo nero delle tenebre

Una ragazza galante
come un'aurora di primo maggio
la più amabile delle bestie

Sporcata e che non ha capito
di essere sporca
Una bestia intrappolata
Dagli amanti della bellezza

E a mia madre la donna
piacerebbe coccolare
Questa immagine ideale
Della sua disgrazia sulla terra.

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Paul Eluard


En ce temps-là, pour ne pas châtier les coupables, on maltraitait les filles. On allait même jusqu'à les tondre.

 
Comprenne qui voudra
Moi mon remords ce fut

La malheureuse qui resta
Sur le pavé
La victime raisonnable
À la robe déchirée
Au regard d’enfant perdue
Découronnée défigurée
Celle qui ressemble aux morts
Qui sont morts pour être aimés

Une fille faite pour un bouquet
Et couverte
Du noir crachat des ténèbres

Une fille galante
Comme une aurore de premier mai
La plus aimable bête

Souillée et qui n’a pas compris
Qu’elle est souillée
Une bête prise au piège
Des amateurs de beauté

Et ma mère la femme
Voudrait bien dorloter
Cette image idéale
De son malheur sur terre.


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Nel 1965 anche Georges Brassens tornò sul tema in una sua canzone

La tondue

La belle qui couchait avec le roi de Prusse
Avec le roi de Prusse
A qui l'on a tondu le crâne rasibus
Le crâne rasibus

Son penchant prononcé pour les " ich liebe dich ",
Pour les " ich liebe dich "
Lui valut de porter quelques cheveux postich's
Quelques cheveux postich's

Les braves sans-culott's et les bonnets phrygiens
Et les bonnets phrygiens
Ont livre sa crinière à un tondeur de chiens
A un tondeur de chiens

J'aurais dû prendre un peu parti pour sa toison
Parti pour sa toison
J'aurais dû dire un mot pour sauver son chignon
Pour sauver son chignon

Mais je n'ai pas bougé du fond de ma torpeur
Du fond de ma torpeur
Les coupeurs de cheveux en quatre m'ont fait peur
En quatre m'ont fait peur

Quand, pire qu'une brosse, elle eut été tondue
Elle eut été tondue
J'ai dit : " C'est malheureux, ces accroch'-cœur perdus
Ces accroch'-cœur perdus "

Et, ramassant l'un d'eux qui traînait dans l'ornière
Qui traînait dans l'ornière
Je l'ai, comme une fleur, mis à ma boutonnière
Mis à ma boutonnière

En me voyant partir arborant mon toupet
Arborant mon toupet
Tous ces coupeurs de natt's m'ont pris pour un suspect
M'ont pris pour un suspect

Comme de la patrie je ne mérite guère
Je ne mérite guère
J'ai pas la Croix d'honneur, j'ai pas la croix de guerre
J'ai pas la croix de guerre

Et je n'en souffre pas avec trop de rigueur
Avec trop de rigueur
J'ai ma rosette à moi: c'est un accroche-cœur
C'est un accroche-cœur




Versione italiana di Mario Mascioli e Nanni Svampa
Dal volume: "Brassens. Tutte le canzoni tradotte da Nanni Svampa e Mario Mascioli", Padova, Franco Muzzio editore, 1991, pp.169/170.

LA RAPATA A ZERO

Alla bella che andava a letto con il re di Prussia,
con il re di Prussia,
che è stata rapata a zero,
a zero,

La sua spiccata inclinazione per gli "ich liebe dich",
per gli "ich liebe dich",
costò di dover portare un po' di capelli finti,
capelli finti.

I bravi sanculotti e i berretti frigi,
e i berretti frigi,
hanno consegnato la sua criniera ad un tosacani,
ad un tosacani.

Avrei dovuto un po' prendere le difese della sua capigliatura,
le difese della sua capigliatura,
avrei dovuto mettere una buona parola per salvare il suo chignon,
per salvare il suo chignon.

Ma non mi sono mosso dal fondo del mio torpore,
dal fondo del mio torpore,
quelli che spaccano i capelli in quattro, mi hanno fatto paura,
mi hanno fatto paura.

Quando fu tosata peggio di una spazzola,
peggio di una spazzola,
ho detto: "Che tristezza, quei tirabaci persi!
Quei tirabaci persi!"

E, raccogliendone uno che era rimasto sulla strada,
sulla strada,
a mo' di fiore me lo sono messo all'occhiello,
messo all'occhiello.

Nel vedermi andare via, ostentando la mia faccia tosta,
la mia faccia tosta,
tutti quei tagliatori di trecce m'hanno preso per un tipo sospetto,
m'hanno preso per un tipo sospetto.

Siccome non sono affatto un benemerito della patria,
non sono affatto un benemerito,
non ho la croce d'onore, non ho la croce di guerra,
non ho la croce di guerra,

E non ne soffro poi così tanto,
così tanto,
ho una coccarda tutta mia: è un tirabaci,
è un tirabaci.

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