giovedì 16 ottobre 2014

Gerusalemme liberata, incipit

Torquato Tasso

Canto l'arme pietose e 'l capitano
che 'l gran sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Il ciel gli diè favore, e sotto ai santi
segni ridusse i suoi compagni erranti


Benedetto Landriscina 

Canto l’arme pietose e ‘l capitano/ che ‘l gran sepolcro liberò di Cristo.” riprende il primo verso dell’Eneide: “L’armi canto e’l valor del grand’eroe che/ pria da Troia, per destino, ai liti/ d’Italia e di Lavinio errando venne”. Ma prima di Tasso, Ariosto aveva già ripreso i versi virgiliani: “Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,/ le cortesie, l’audaci imprese io canto/ che...”. E’ evidente la somiglianza dei termini e della struttura. In confronto con Virgilio Tasso riprende “l’arme ...e ‘l capitano” e “canto” (in Virgilio “Arma virumque cano”). In rapporto con Ariosto Tasso “copia” “l’arme ...canto”. Ma ci sono delle differenze. Virgilio esordisce con “l’armi” e dicendo di voler cantare l’armi e il valore dei grandi eroi. Ariosto esegue una enumerazione dei temi ( il tema delle armi che appartiene il ciclo di Carlo Magno e il tema dell’amore proprio del ciclo di re Artù) lasciando il verbo canto alla fine del secondo verso. Questo evidenzia come la materia trattata sia più importante della sua attività di poeta declamatore. Tasso invece esordisce proprio con il verbo “canto” e ciò presuppone la maggiore importanza del cantare. La materia appare quasi in secondo piano, l’accento diventa più importante dell’oggetto.
L’azione viene accostata alla dimensione soggettiva, morale e psicologica della sofferenza nel momento in cui egli pone in posizione rilevata (inizio verso) scrive: “molto egli oprò co ‘l senno e con la mano”- “molto soffrì nel glorioso acquisto;”. A questa antitesi se ne aggiunge un’altra: “Inferno” “ciel”. Tasso introduce i temi della Liberata ma allo stesso tempo ne dilata il campo: la sfera umana spazia nell’ultraterreno con numerose implicazioni religiose e l’introduzione del “meraviglioso cristiano” che tanta parte avrà nell’opera.
L’opera rivela così delle antitesi e soprattutto lo scontro tra codici diversi in tre ambiti distinti. La Liberata tende a configurarsi come un processo di riduzione dal vario all’uno, dal discorde al corale, dalla dispersione alla concentrazione che si svolge su 3 distinti livelli: la condanna eterna degli angeli ribelli alla legge divina, la sconfitta degli infedeli da parte dei crociati, la riconduzione sotto i santi segni dei compagni erranti sotto l’imperio di Goffredo. Ma allo stesso tempo si stabiliscono altri contrasti: il Ciel contro l’Inferno, le armi pietose contro il popolo misto, il capitano contro i compagni erranti.
Alla fine della prima ottava Tasso dice: “e sotto i santi segni ridusse i suoi compagni erranti”. Il tema dell’errare è un tema ariostesco e ancor prima virgiliano. L’errare che per Virgilio (“e quanto errò, quanto sofferse”) era un semplice vagare, per Tasso esso diventa un termine dalla valenza doppia: non solo vagare ma anche nel senso di commettere errori, di deviare dalla morale. Dunque si uniscono il motivo del vagare fisico dell’allontanarsi dal proprio compito e anche errare morale, una colpa. Erranti era stato riferito ai cavalieri della tradizione precedente: essi andavano in cerca di nuove avventure. 

http://www.webalice.it/benedettolandriscina/Commento_proemio_Gerusalemme_Liberata.htm 

 Si veda F. Fortini, Dialoghi col Tasso, Bollati Boringhieri, Torino 1999
"Impia arma" è in Aen. VI, 612-13 e XII, 31... Ma si può dire che anche l'ossimoro tassesco ha un'auctoritas altrettanto solenne cui fare riferimento: Livio [IX libro, cap. I, 10]... la citazione di Livio nel Principe di Machiavelli diventa:
perché quella guerra è giusta che l'è necessaria, e quelle armi sono pietose, dove non si spera in altro che in elle. ("L'arme pietose", pp. 25-31).


A Machiavelli non accenna Franco Tommasi nel suo commento alla Gerusalemme Liberata, BUR 2009, p. 53.




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