sabato 23 maggio 2015

Marco Travaglio e l'italica ossessione della vecchiezza


Guido Vitiello
L'elogio della sacra prostata di Sorrentino segna un piccolo evento nella psicostoria dell'ultimo ventennio (vero Travaglio?)
Il Foglio, 23 maggio 2015








Ricapitoliamo. C'è "Youth" di Sorrentino con i suoi dialoghi sulla caducità e sulla prostata. C'è Scalfari che minaccia a mezzo stampa un suo "De Senectute". C'è Berlusconi che fa capolino su Instagram stritolando cagnolini. Da quando Jep Gambardella ha sollevato il coperchio il contagio è irrefrenabile, e la sua eau de parfum si effonde per tutta la nazione. Alludo all'odore delle case dei vecchi, quell'odore che il dandy della "Grande bellezza" diceva di preferire addirittura alla "fessa". Non tutti reagiscono allo stesso modo. Silvia Truzzi per esempio ci immerge il naso con tossica avidità, e ha appena pubblicato "Un paese ci vuole", un libro di conversazioni con ottuagenari che al solo aprirlo manda zaffate di salotto gozzaniano. Ma il caso più interessante è quello di Marco Travaglio nella nuova veste di critico cinematografico. Il suo elogio di "Youth", a leggerlo bene, segna un piccolo evento nella psicostoria dell'ultimo ventennio.
Il meno che si possa dire di uno che sfida il professor Fiandaca a duello dicendo che troverà "pane per la sua dentiera" è che ha in orrore la vecchiaia. ...
Ma l'odore delle case dei vecchi ha conquistato anche lui. Il film gli pare un inno all'eleganza, all'amore, all'arte, alla bellezza. "Anche sullo scorcio degli ottant'anni si può essere tutte queste cose insieme".
Non sappiamo se la visione della sacra prostata di Sorrentino avrà su Travaglio lo stesso effetto che ebbe il Cristo morto di Holbein su Dostoevskij. Ma questo piccolo smottamento aiuta a illuminare la storia profonda degli ultimi anni, e la segreta simmetria tra mitologie berlusconiane e antiberlusconiane, tra gli uomini del lifting e gli uomini delle manette. Da questa specola più alta quel che ci appare è il panorama di un paese ossessionato dalla decadenza e dalla corruzione, che non sa se appigliarsi alla chirurgia estetica o alla magistratura inquirente.

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