lunedì 6 luglio 2015

Varoufakis e il gioco del coniglio





Seguendo la teoria dei giochi la vittoria non è assicurata e c'è il rischio di un esito catastrofico per tutti. Se invece si abbandonassero le pregiudizali da una parte e dall'altra, si potrebbe andare verso un compromesso onorevole come quello suggerito dall'economista Jeffrey Sachs.  
 

Vito Lops
La sfida del matematico Varoufakis tra la Teoria dei giochi e Machiavelli
Il sole 24ore, 6 luglio 2015


... La teoria dei giochi analizza le decisioni di un soggetto prese in situazioni conflittuali o di interazione con due o più rivali al fine di portare il massimo beneficio per tutti. Ci sono quattro elementi: i giocatori, le loro azioni, una strategia e le vincite. Prima dell’avvento di Syriza in Grecia i giocatori nell’Eurozona si conoscevano molto bene fra loro, così come le loro strategie (ad esempio l’ortodossia tedesca e un atteggiamento più moderato della periferia).
Con l’arrivo di Tsipras e del suo alfiere Varoufakis i vecchi equilibri sono saltati. È entrato un nuovo giocatore che si dà il caso sia un matematico, un ammiratore del genio matematico John Nash (lo conosceva personalmente) ma anche un esperto di Teoria dei Giochi, coautore con Shaun P. Hargreaves-Heap, del testo “Game Theory: A Critical text” (2004).
Da quello che è successo nelle ultime due settimane di trattative deragliate fino al referendum di oggi (che ha colto di sorpresa perfino i mercati) e allo scontro finale (Varoufakis ha detto che se vince il «sì», cioè se vincono i «terroristi creditori» «mi dimetto») è evidente che il “nuovo giocatore” stia provando a spiazzare i “vecchi giocatori” lanciando con il referendum una sorta di “Gioco del coniglio” in cui in due lanciano simultaneamente le auto verso un burrone.
Chi sterza prima per evitare il burrone fa la figura del coniglio. Ma se nessuno sterza, entrambi muoiono. Nei prossimi giorni scopriremo se qualcuno deciderà di sterzare prima del burrone.
http://www.firstonline.info/a/2012/06/14/crisi-de-nardis-nomisma-leuropa-sta-facendo-il-gio/f72f8759-26e8-49ee-ae9d-b5709841e353 



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Jeffrey Sachs 
La mia soluzione per la Grecia
Il Sole 24ore, 5 luglio 2015 

La crisi greca è una tragedia per il Paese e un pericolo per l'economia mondiale. La Germania chiede che la Grecia onori l'intero debito, anche se la Grecia è chiaramente in bancarotta e l'Fmi ha fatto presente la necessità di un alleggerimento. Lo scontro tra realtà (l'insolvenza della Grecia) e politica (le richieste della Germania) si profilava come un disastro annunciato. E difatti così è stato con il crollo drammatico del sistema bancario greco, questa settimana.
Ma c'è un modo per uscire da questo impasse: il debito greco andrebbe ridotto drasticamente e la Grecia dovrebbe rimanere nell'eurozona.
Nei negoziati con i suoi creditori, a primavera, la Grecia lo aveva ammesso, insistendo per una riduzione del debito. La Germania si è rifiutata. Anche se gli Usa e ufficiosamente l'Fmi si erano schierati dalla parte della Grecia, ha prevalso la Germania, come avviene sempre con i creditori.

Eppure, a volte, i creditori hanno la meglio a loro stesso discapito. Spingendo il debitore verso il punto di rottura, finiscono per provocare un default completo. L'errore della Germania la settimana scorsa è stato di spingere l'economia greca – già in condizioni simili a quelle della Grande Depressione – verso il crollo finanziario.
Il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schäuble ha una precisa strategia negoziale che punta a far in modo che la Grecia decida di uscire dall'eurozona. Sfortunatamente per lui, la Grecia non vuole uscire e non può essere costretta a farlo con i trattati che regolano l'Unione europea. La Grecia vuole restare nell'eurozona con un debito meno pesante, una posizione economicamente astuta e protetta da trattato.
Infatti, una Grexit costerebbe molto cara alla Grecia e finirebbe quasi sicuramente per generare il caos politico e sociale e, forse, anche l'iperinflazione nel cuore dell'Europa. Il valore dei risparmi dei cittadini greci verrebbe azzerato perché gli euro sarebbero subito convertiti in nuove dracme. La classe media verrebbe spazzata via e la conversione della moneta non salverebbe un solo centesimo del debito estero che naturalmente continuerebbe a essere espresso in euro.
Ciò detto, il fardello del debito greco è insostenibile. Questa settimana la Grecia non ha rimborsato i suoi debiti all'Fmi scegliendo giustamente le pensioni al servizio del debito. I creditori del Paese ora dovrebbero negoziare una riduzione consensuale attraverso tassi d'interesse più bassi (e fissi), un valore nominale del debito ridotto e scadenze molto dilazionate.
La Storia abbonda di precedenti del genere: debiti sovrani sono stati ristrutturati centinaia, forse migliaia di volte, Germania compresa. Dopo la Prima guerra mondiale era stata l'intransigenza dei creditori americani a portare alla profonda instabilità finanziaria la Germania e altre parti d'Europa e, indirettamente, all'ascesa di Adolf Hitler, nel 1933. Dopo la Seconda guerra mondiale, invece, il governo americano fece concessioni più avvedute alla Germania che culminarono nella cancellazione del debito nel 1953, una panacea per la Germania e per il mondo. Ma la Germania non ha imparato la lezione.
... Sicuramente, nella débâcle greca entrambe le parti hanno commesso innumerevoli sbagli, errori di valutazione e scelleratezze negli ultimi dieci anni, e anche prima. Un Paese non arriva alla drammatica situazione della Grecia senza la grave mala gestione di una generazione, né tuttavia va in bancarotta senza che i suoi creditori abbiano commesso gravi errori, primo nel prestargli troppi soldi e poi nel chiedere restituzioni eccessive al punto di portare il debitore al tracollo. Assodate le responsabilità di entrambe, è importante che in futuro le parti non si perdano a battibeccarsi all'infinito sul latte versato.
Alleggerire il debito greco facendo restare il Paese nell'eurozona è la strada giusta e percorribile per uscire dalla crisi e può essere seguita facilmente attraverso un accordo reciproco tra Germania e Grecia, che il resto dell'Europa sottoscriverà. E a vincere non saranno solo quei Paesi, ma tutta l'economia mondiale.

 http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2015-07-05/sachs-mia-soluzione-la-grecia-112309.shtml?uuid=ACXpx9L&p=2
 

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