giovedì 16 luglio 2015

Varoufakis, un'epopea mediatica

Maria Laura Rodotà
Il (vero) talento di Varoufakis: la comunicazione 
Corriere della Sera, 15 luglio 2015


Se la Grecia non fosse piombata in un incubo, se non crescesse tra italiani e spagnoli la paura che gli succeda qualcosa di simile, se in generale si fosse meno preoccupati, si guarderebbe con maggiore serenità a Yanis Varoufakis. E si potrebbe ammettere, da lavoratori della comunicazione, che lui è più bravo di noi. Una settimana fa era un controproducente ministro delle Finanze dimissionato; oggi esterna da combattente anti-trojka defenestrato per oscuri motivi. Finora, altri economisti ne criticavano lo spessore di studioso della teoria dei giochi; nelle ultime due settimane sembra aver vinto la sua partita. Rivelandosi un asso delle strategie comunicative. Tra sprazzi di genio, tempismo, estro, ma pure talento nel contropiede, abilità nel coniare slogan, e un tot di mascolinità assertiva da coatto che imbarazza i più sobri, però piace. Varoufakis più prima che poi andrà studiato, da consulenti politici e da altri. L'ex ministro è stato zitto per un po'. Poi, ogni giorno, si è fatto vivo in un modo diverso. Mentre il Parlamento votava sull'accordo, è apparso su un traghetto. Poi è apparsa una sua foto in slip da bagno. Poi è stata diffusa una sua intervista a una radio australiana, in cui ha definito l'accordo "un trattato di Versailles" prodotto da una "politica dell'umiliazione". Poi ha scritto sul Guardian accusando l'Europa - insomma la Germania - di usare la Grecia come esempio per "infondere timor di Dio" ai francesi. Poi si è fatto intervistare dal New Statesman, dicendo che la Grecia era stata "raggirata". E che lui era stato buttato fuori per aver insistito sul piano B con autoriduzione del debito e nazionalizzazione della Banca centrale. E ieri è tornato a scrivere sul suo blog. Paragonando l'accordo di Bruxelles al "golpe dei colonnelli" del 1967. Parlando di "resa della Grecia", "vassallo dell'Euro-gruppo". Ora, forse, si potrebbe prevedere un discorso pubblico. E forse una ridiscesa in politica, con i dissidenti di Syriza. Forse temporanea, prima di una risalita internazionale come frontman della malridotta sinistra europea e/o dei partiti populisti. Potrebbe succedere; comunque la si pensi, Varoufakis è un grande performer, e ha un suo stile nell'argomentare. [...] La sua frase migliore resta [...]: "La nostra eurozona è un posto inospitale per le persone rispettabili". L'ironia è britannica, l'aggressività è mediterranea, il talento da attore protagonista indubbio. Verrebbe da dire che è il personaggio dell'estate, se non fosse un personaggio di un dramma, se non si temesse di seguire più lui dei drammi veri. 


 

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