lunedì 24 agosto 2015

La Chiesa, Salvini e la politica

Ilvo Diamanti

...la  Chiesa ha smesso da tempo di orientare le scelte politiche degli italiani. Non solo perché in Italia quasi tutti si dicono cattolici, ma a messa ci va, regolarmente, circa un italiano su quattro. Non 8 su 10, come negli anni Cinquanta. Ma perché gli stessi cattolici praticanti si distribuiscono, senza grandi differenze, fra schieramenti e partiti. Presso gli elettori della Lega, la pratica religiosa è coerente e quasi aderente a quella della popolazione. Mentre in origine la Lega era la Chiesa dei "cattolici non praticanti". Quelli che andavano a messa solo in poche occasioni. Pasqua, Natale. Matrimoni e funerali. Oggi però non c'è più il partito "dei" cattolici. Ma neppure un partito "di" (soli) cattolici. Come Arturo Parisi definiva la Dc degli anni Ottanta. I cattolici, praticanti, tiepidi e indifferenti, non hanno più appartenenze. Semmai, si distinguono per un maggior grado di incertezza e distacco. Dai partiti e dal voto. La Chiesa, anche per questo, oggi  -  e da tempo  -  agisce autonomamente, a tutela dei propri valori e - ovviamente - dei propri interessi. Così la Lega la incalza, la contesta. Le fa concorrenza. In ambito nazionale e locale. La Lega di Salvini. La "vera" Chiesa dei "veri" italiani. Che si illudono di fermare il tempo e di chiudersi entro i propri confini. Perché tutto il mondo è paese. Se riusciamo a presidiare i muri che difendono il "nostro" paese dal mondo.

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