venerdì 25 settembre 2015

La parola, il silenzio, i gesti





Riccardo Mazzeo
«Parlarsi» di Eugenio Borgna per Einaudi
Dispositivi emozionali per la comunicazione
Ipotesi di incontro e di condivisione in un mondo sovrastato da rumori di fondo

il manifesto, 25 settembre 2015 







... parlarsi non implica il mero uso delle parole, poiché per un verso contano il modo («il diapason emozionale») e il tempo («le scansioni temporali») con cui vengono dette; per l’altro, i silenzi, che sono non meno importanti, possono trasmettere una vicinanza profonda e palpitante. «Chi non fa che parlare, non si possiede realmente, giacché scivola via di continuo da se stesso, e ciò che egli dona agli altri non sono che vacue parole». Il silenzio diventa dunque sempre più raro e prezioso nel tempo scandito dalle musiche che invadono i negozi così come gli atri delle stazioni ferroviarie o degli aeroporti. Le spiagge sono sovrastate da annunci assordanti: per godere di un po’ di silenzio ormai si deve raggiungere il mare d’inverno per apprezzare la sua immensità in solitudine. Il silenzio è ben diverso dall’isolamento, che è depressivo; il silenzio è la presenza rispettosa e partecipe che può essere offerta all’altro; oppure è il tempo del raccoglimento che consente di riflettere e di distinguere ciò che è rilevante da ciò che non lo è.
Infine, l’importanza di parlarsi con gli sguardi, le posture, i gesti, il corpo: «il corpo vivente che ci mette in comunicazione con noi stessi e con il mondo, ed è il corpo che è immerso in una cascata di significati che cambiano di emozione in emozione, in un carosello febbrile e temerario». Il corpo è scolpito dalla vita vissuta e dalle difficoltà affrontate, dalle battaglie vinte e da quelle perse: un tempo si compivano sforzi e si studiavano cose ritenute a torto inutili; oggi si cerca di evitare ogni sforzo e se una cosa è complicata e impegnativa o la si semplifica o la si elude, ma questo è un tradimento nei confronti della vita.
Borgna conclude il suo libro con le parole di Rilke: «E se vi debbo dire ancora una cosa, è questa: non crediate che colui, che tenta di confortarvi, viva senza fatica in mezzo alle parole semplici e calme, che qualche volta vi fanno bene. La sua vita reca molta fatica e tristezza e resta lontana dietro a loro. Ma, fosse altrimenti, egli non avrebbe potuto trovare queste parole».

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