mercoledì 21 ottobre 2015

Moby Dick

Il romanzo ha per autore Herman Melville e fu pubblicato per la prima volta nel 1851. Narra le avventure marinare del capitano Ishmael Achab, assetato di vendetta nei confronti di quella candida balena, un odio così feroce che "se il suo petto fosse stato un cannone, egli, gli avrebbe sparato contro il suo cuore". È stato tradotto in italiano per la prima volta dallo scrittore Cesare Pavese nel 1932, che nella prefazione del libro Racconti di mare e di costa di Joseph Conrad definisce il mare descritto da Melville "titanico e biblico" All'epoca della sua prima pubblicazione, il libro non incontrò un'accoglienza favorevole, ma è oggi unanimemente riconosciuto come uno dei capolavori della narrativa statunitense.
Nell'ormai celebre incipit viene presentato il narratore Ishmael o Ismaele: è attraverso i suoi occhi e le sue parole che viene descritta l'intera impresa. Un narratore onnisciente che si presenta con la nota frase "Chiamatemi Ismaele" (Call me Ishmael), il nome che nel libro della Genesi appartiene a uno dei figli di Abramo. Moby Dick racchiude dunque in sé caratteristiche di un'autobiografia spirituale, di un saggio sulla caccia alle balene, di una potente allegoria sugli archetipi del bene e del male ma anche di un vero e proprio poema epico.
 
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2012/10/18/HERMAN-MELVILLE-L-esperta-Moby-Dick-capolavoro-tra-simbolo-e-realta/330403/ 


H. Melville, Moby Dick, 1851
Call me Ishmael. Some years ago- never mind how long precisely- having little or no money in my purse, and nothing particular to interest me on shore, I thought I would sail about a little and see the watery part of the world. It is a way I have of driving off the spleen and regulating the circulation. Whenever I find myself growing grim about the mouth; whenever it is a damp, drizzly November in my soul; whenever I find myself involuntarily pausing before coffin warehouses, and bringing up the rear of every funeral I meet; and especially whenever my hypos get such an upper hand of me, that it requires a strong moral principle to prevent me from deliberately stepping into the street, and methodically knocking people’s hats off- then, I account it high time to get to sea as soon as I can.

H. Melville, Moby Dick, Adelphi, 1994, 588 pgg. (trad. Cesare Pavese)
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. E’ un modo che ho io di cacciare la malinconia e di regolare la circolazione. Ogni volta che m’accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.





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