martedì 13 febbraio 2018

Giuseppe Galasso storico di ampie vedute


 


Giuseppe Galasso 

Storico e uomo politico, nato a Napoli il 19 novembre 1929, morto a Pozzuoli il 12 febbraio 2018. Dopo gli studi universitari è stato allievo dell'Istituto italiano per gli studi storici fondato da B. Croce e diretto da F. Chabod. Professore universitario dal 1966, insegna Storia medioevale e moderna nella facoltà di Lettere dell'università di Napoli. Esponente del Partito repubblicano italiano, è consigliere del comune di Napoli dal 1970 e deputato dal 1983. Sottosegretario al ministero per i Beni culturali e ambientali, ha promosso il varo di una legge per la tutela del paesaggio e dell'ambiente, nota come ''legge Galasso''.
Collaboratore di periodici e quotidiani (Nord e Sud, La Stampa, Il Corriere della Sera, Il Mattino) ha diretto le riviste Prospettive Settanta e L'Acropoli. Cura la riedizione delle opere di Croce presso l'editore Adelphi e dirige una Storia d'Italia in numerosi volumi pubblicata dalla Utet. Un posto centrale nella sua produzione scientifica ha la storia del Mezzogiorno e delle sue componenti economico-sociali e istituzionali dal Medioevo ai nostri giorni. Ma le sue ricerche hanno toccato molti altri campi, dalla storiografia alla storia del Risorgimento, e il suo lavoro storico si caratterizza non solo per la grande apertura tematica, ma per la capacità d'innestare sul tessuto etico-politico di matrice crociana numerosi diversi apporti: dalla storia sociale a quella istituzionale, dalla metodologia storica all'antropologia.

------------------------------------------------------------------

Andrea Giardina della Scuola Normale Superiore di Pisa, spiega qual è l’aspetto più importante della lezione di Galasso: «È lo storico — dice — che più di ogni altro in Italia e in Europa è in grado di conoscere, dominare e ripensare l’intera Storia. Il suo sguardo generale su tutti i periodi e le epoche è un modello non riproducibile perché legato alla straordinarietà dell’individuo Galasso. Tuttavia questa peculiarità gli consente un’estrema libertà di pensiero che diventa libertà civile. Galasso ha, inoltre, una conoscenza totale della storia della storiografia, aspetto che rafforza l’unicità del suo modello». Che, se non è riproducibile del tutto, indica certamente una strada, un metodo. Qual è? «Direi che consiste nella necessità di scardinare, pur sempre nel rigore dell’erudizione, i confini della periodizzazione storica, andando oltre gli specialismi — che per uno storico devono essere scontati — con la curiosità e la passione di guardare altrove. È uno storico “totale”».
E la «capacità di guardare l’altro» è anche una delle caratteristiche del metodo Galasso messe in evidenza dal tedesco Martin Baumeister: «La storiografia del maestro napoletano non è una penisola, ma un continente da esplorare all’interno del quale egli ha sempre cercato di capire l’altro: l’altra città, l’altro luogo, fino alla creazione di uno spazio europeo. I territori contano. Napoli non è un posto qualunque ma l’incarnazione del Mediterraneo del Sud e del suo protagonismo storico. E oggi può vantare una speciale “resilienza” di fronte alla globalizzazione. La riflessione sulla storiografia è un’altra caratteristica degli studi di Galasso: guardando all’opera degli altri, quella propria guadagna un respiro e un’ampiezza maggiori. Egli si oppone con tutte le sue forze alla frammentazione del sapere, a favore dell’unità storica e del pensiero metastorico. L’approccio empirico ha sempre alle spalle una forte carica filosofica. La sua è un’interrogazione critica ai fatti. E leggo anche una vena di scetticismo riguardo alla internazionalizzazione crescente della storiografia. Mi dispiace, infine, cogliere questa occasione per dire che in Italia non vedo la volontà politica di sostenere lo sviluppo delle discipline umanistiche incarnate nel magistero di Giuseppe Galasso».
Arriva dalla Spagna José Enrique Ruiz Domènec e si sofferma sullo scrittore. «In Storiografia e storici europei del Novecento, oltre che un’affinità elettiva tra i protagonisti scelti, nell’indagine di Galasso c’è un andamento geometrico con una struttura a tre: ogni studioso analizzato ha una genealogia che risale di tre gradi. Qui, il meno freudiano degli storici compie un atto freudiano, quando in una nota dice di aver perso un libro che cercava. Così introduce il personaggio-Galasso intento al suo lavoro. E lo fa anche una seconda volta quando entra in dibattito con Jacques Le Goff». La chiosa del «festeggiato» è crociana. «Mi sento come Giolitti — dice — che, nel 1928, scrisse a Croce il quale gli aveva inviato un suo libro. Lo ringraziò e, per amor di precisione, disse: “Ho letto questo testo e ho scoperto di aver fatto tante di quelle cose che non sapevo d’aver fatto”. Era un vezzo scherzoso e stasera glielo rubo».

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/17_novembre_21/gli-88-anni-giuseppe-galasso-omaggio-europeo-storico-totale-801c5d6c-ce91-11e7-b7b9-310d5dab7f0b.shtml

Nessun commento:

Posta un commento